Cristina Battocletti
KLIMT'S LADIES 2024 11 luglio 2024 ore 21:30 Via S. Eufemia, 13 - Piacenza Cortile di Palazzo Rota Pisaroni

Cristina Battocletti è scrittrice, giornalista per la “Domenica” del “Sole 24 Ore” e critica cinematografica. Cresciuta nel profondo nordest italiano, affascinata dalla Mitteleuropa e i Balcani, ha fatto del legame con la sua terra una vocazione letteraria e di studio. Ha scritto a quattro mani con Boris Pahor la biografia Figlio di nessuno (Rizzoli, 2012), premio Manzoni come miglior romanzo storico, ripubblicata nel giugno 2022 dalla Nave di Teseo con testi inediti. Ha scritto il romanzo La mantella del diavolo (Bompiani, 2015), che ha vinto il premio Latisana per il Nord-Est; Bobi Bazlen. L’ombra di Trieste (La Nave di Teseo, 2017), vincitore dei premi Comisso e Martoglio e Giorgio Strehler. Il ragazzo di Trieste. Vita, morte, miracoli (La Nave di Teseo, 2021). Vive tra Milano e Roma, è sposata con Michele, ha due figlie, Olga e Nora.
“EPIGENETICA”
ed. La Nave di Teseo
La sofferenza può essere trasmessa come il colore dei capelli e un naso storto? Il bene che riserviamo a noi e agli altri può influire sulla struttura del DNA? Di questo parla “Epigenetica”, il nuovo romanzo di Cristina Battocletti, ambientato, con piani temporali sfalsati, tra gli anni Settanta e gli ultimi anni Duemila tra l’isola di Grado, Roma e Milano. La protagonista è Maria, che cresce con i fratelli Pietro e Paolo e la madre nella parte selvaggia dell’isola, dove l’acqua non è mai profonda e non si può nuotare. Un giorno il padre, con una M disegnata sulla nuca, sparisce senza fare più ritorno. Per Maria e i fratelli inizia l’anarchia, ma anche la fine della famiglia, che si disgrega in maniera violenta. Maria scriverà la sua storia in un libro pieno di nostalgia che sarà accolto con un successo folgorante, bruciato così velocemente da farla piombare nella stessa sregolatezza materna. Quando Maria decide di chiudere con il passato e con l’eredità di abbandono che non può fare a meno di trasmettere a suo figlio, ecco che si crea un varco per il futuro, perché ogni pensiero che elaboriamo, ogni emozione che proviamo si diffonde nell’organismo e passerà ai nostri discendenti. Ma non è un destino, sta a noi cambiare le cose.