Incontro con Bruna Bianco
inRIVA FESTIVAL 13 luglio 2024 ore 17:00 Ponte dell’Olio (Piacenza) Sala delle conferenze

Protagonista del libro di Giuseppe Ungaretti, Lettere a Bruna, Oscar Mondadori
Estate 1966 in Italia, inverno in Brasile dove Giuseppe Ungaretti, 78 anni, si trova per una serie di conferenze alla Cattedra di Letteratura italiana dell’Università di San Paolo. Il poeta (1888-1970) ha abitato a lungo in Brasile, terra alla quale è particolarmente legato, anche perché, nel 1939, ha perso il figlio, Antonietto, di 9 anni, per un’appendicite mal curata. Al bambino dedicherà le 17 poesie di Giorno dopo giorno (1940-1946).
Vestita di rosso, alla fine di un incontro pubblico gli si avvicina la giovane Bruna Bianco, di 26 anni, che gli consegna alcune sue poesie. Prende avvio, così, una relazione che – data la distanza – si esprimerà attraverso un fittissimo scambio epistolare. Le quasi 400 lettere del volume edito negli Oscar Mondadori, gelosamente custodite per mezzo secolo dalla destinataria, raccontano la cronaca quotidiana di un amore impetuoso e travolgente, che riaccende nel poeta l’ispirazione e dà inizio a una nuova stagione creativa. Alla plaquette del 1968 dal titolo Dialogo, alla voce del poeta, che si firma Ungà come nelle lettere, seguono infatti le Repliche di Bruna.
Donna reale, quindi, Bruna, ma al contempo figura poetica, musa, incarnazione della giovinezza al cospetto del «poeta antico». «Felice, e disperato d’esserlo», consapevole che il suo amare è una «smisurata demenza», Ungaretti racconta i pensieri, gli incontri, le delusioni, commenta quadri, mostre e letture, allega prove poetiche e di traduzione, guida la giovane sul sentiero della poesia. Ma affronta anche temi universali: il rapporto tra amore e morte, giovinezza e vecchiaia, e la forza sempre viva del sentimento e della poesia eternatrice.
Ungaretti copiò Joyce? In realtà lo imitò senza rendersene conto, trascinato dall’amore. Scrisse, nella poesia Dono, come venne pubblicato sul Corriere della Sera, qualche decennio dopo la sua morte, la prima versione tratta dai versi dell’autore di Ulisse, che il poeta italiano stava traducendo proprio in quel periodo. Un gioco fra innamorati.