Geometria della nebbia

FESTIVAL DELLA NEBBIA - II EDIZIONE 18 novembre 2024 ore 18:00 Via Madoli, 4 - Piacenza Spazio espositivo ‘694

Inaugurazione mostra fotografica di Paolo Veneziani. Interviene Paolo Ghiringhelli, presidente Gruppo fotografico cremonese (ADAFA). Allestimento di Ada Molinaroli.

La mostra resterà aperta fino al 24 novembre con orari 16 -20.

FESTIVAL DELLA NEBBIA

9 novembre – 3 dicembre 2024 | II EDIZIONE

È in arrivo a Piacenza la seconda edizione del Festival della Nebbia, anche quest’anno organizzato da un collaudato gruppo di lavoro, forte dell’esperienza maturata in passato con quattro fortunate edizioni di “Profondo Giallo” e composto da Officine Gutenberg cooperativa sociale, Arci Cinemaniaci, Associazioni culturali Crisalidi e Il Papero, librerie Fahrenheit 451 e Bookbank. 

La rassegna – voluta dal Comune di Piacenza – si svolge in città da sabato 9 novembre, con un’anteprima dedicata alla città di Manchester e alla musica degli Smiths, a martedì 3 dicembre 2024, e prevede proiezioni cinematografiche, concerti, recital e incontri letterari con autrici e autori di caratura nazionale; e ancora, uno spettacolo teatrale itinerante sulle rive del Po e un reading sulla motonave che solca le acque del Grande Fiume. Tra gli eventi si segnalano il Premio Campiello 2024 Federica Manzon, il finalista allo Strega Dario Voltolini, gli omaggi a Michelangelo Antonioni, Giorgio Bassani e Vitaliano Trevisan, e ovviamente il debutto in narrativa del noto attore Claudio Bisio, che sarà accompagnato da Gigio Alberti.

Il cuore del Festival della Nebbia si svolgerà come sempre a Palazzo Farnese, ma tante e diverse saranno le location: i circoli Arci Belleri e Rathaus, i Giardini Sonori, la Limonaia di Palazzo Ghizzoni, l’auditorium Santa Margherita della Fondazione Piacenza e Vigevano, la Galleria Biffi, il teatro di Open Space 360° e infine lo spazio espositivo ‘694, recentemente ricavato nell’ex chiesetta di via Madoli. Questa vuol essere infatti anche un’occasione per valorizzare il nostro paesaggio nebbioso, per godere appieno l’atmosfera uggiosa e brumosa delle vie e dei vicoli della città, le sue chiese, i suoi palazzi e i suoi meravigliosi cortili, tra poesia e romanticismo.


Non c’è più la nebbia di una volta, si sente spesso dire. E forse è vero. Ma da queste parti, nel mezzo della Pianura Padana, la nebbia ce l’abbiamo dentro, è parte di noi.
La nebbia non è infatti solo un fenomeno meteorologico.
È, soprattutto, una condizione dell’anima.
È simbolo e metafora: di malinconia sottile, di nostalgia dei tempi andati, di perdita della memoria (anche collettiva). È il mistero, l’ignoto, la minaccia, il pericolo dietro l’angolo. È la possibilità di nascondersi, di isolarsi, di scappare da tutto e da tutti. È solitudine e rifugio complice: “La nebbia”, diceva Umberto Eco, “è uterina. Ti protegge”. È impossibilità di vedere, di riconoscere, di conoscere il vero volto delle cose.

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