In questo senso non ci sembra casuale la scelta del nome che affonda le radici nella lingua occitana – “soglia, principio di…” – e che già racchiude in sé l’essenza di un viaggio, di un passaggio verso un altrove musicale. Un altrove dove tradizione e innovazione si intrecciano tra incroci ed attraversamenti sonori, sperimentazioni con l’elettronica e campionatori. Il violino e la fisarmonica non sono più soltanto strumenti, ma voci narranti che raccontano storie senza tempo, emozioni sospese, paesaggi interiori. È un esperimento musicale che ha il coraggio di andare oltre, tenendo ben salde le radici nella tradizione musicale occitana. Abbiamo intervistato Chiara Cesano e Robi Avena per farci raccontare la genesi del progetto Lindal e il percorso che li ha condotti alla loro opera prima “Gris Cenre”.
C'è una soglia, in occitano si direbbe “lindal”, che divide la memoria dal sogno, il suono dalla visione. Ed è proprio su quella soglia che nasce il progetto musicale di Chiara Cesano e Robi Avena, due strumentisti piemontesi con radici ben piantate nella tradizione delle valli occitane e lo sguardo proiettato verso l’orizzonte sonoro della contemporaneità. Il loro incontro – umano e artistico – ha generato un dialogo profondo tra violino, fisarmonica ed elettronica, che ha preso forma concreta nel loro primo album Gris Cenre, un’opera che sa di terra e di futuro, di nostalgia e di sperimentazione.
Chiara viene dalla Val Varaita, Robi dalla Val Vermenagna: due valli separate da pochi chilometri, ma con paesaggi e identità ben distinte. Lei cresciuta tra balli tradizionali e melodie popolari, lui immerso in una solida eredità musicale di famiglia. Uniti da una passione comune per la musica delle loro terre e da esperienze condivise in progetti come Gran Bal Dub e la Grande Orchestra Occitana, Cesano e Avena hanno deciso di dar vita a qualcosa di più personale, intimo e insieme universale: il duo Lindal.
Il nome, evocativo e simbolico, racchiude già l’essenza del progetto: un “principio di”, una soglia appunto, da cui partire per attraversare nuove geografie sonore. Lindal non è solo un esperimento musicale, ma un percorso di ricerca che si muove tra strumenti acustici e manipolazioni elettroniche, tra campionamenti, loop e texture ambient. In questo intreccio di mondi, il violino e la fisarmonica non sono semplici strumenti: diventano voci narranti, capaci di raccontare storie senza parole, emozioni sospese, paesaggi interiori.
Parallelamente alla ricerca artistica, entrambi si dedicano con passione alla didattica. Per Chiara e Robi, insegnare è molto più che trasmettere tecnica: è ascoltare, è ricevere energia, è riscoprire la forza viva della musica tradizionale attraverso gli occhi e le mani delle nuove generazioni. Una dimensione che ha rafforzato la consapevolezza della responsabilità culturale che portano sulle spalle, e che Lindal incarna a pieno.
Nel 2024 arriva la loro prima prova discografica, Gris Cenre, registrata in una mansarda di Bernezzo, “a volumi bassi per non disturbare i vicini”. Una scelta che non è solo logistica, ma poetica. Quel “grigio cenere” del titolo richiama infatti un’atmosfera di sospensione, una condizione intermedia tra luce e ombra, tra le danze festose dei paesi e un lirismo più intimo e rarefatto. Ogni brano è costruito su una suggestione emotiva, su un’immagine da tradurre in suono. Nessuno schema fisso: solo istinto, ascolto e tensione creativa.
Il disco si apre con “Trecuèl”, un crescendo guidato dal violino, sospinto da beat elettronici che sembrano fondere il passo lento della montagna con la pulsazione ipnotica della musica contemporanea. Seguono le atmosfere oniriche di “Fadat”, l’intensità poetica di “Soau” e l’ironia tagliente di “Carosel”, un brano che mescola festa popolare e critica politica, arricchito dalla collaborazione con il produttore austriaco Dunkelbunt. Tra i momenti più toccanti, “Eschapafuòl”, dedicata a un fiore alpino simbolo di resilienza, e “Lucy”, omaggio a una partigiana delle valli occitane. Ogni traccia è un microcosmo, un frammento di vissuto che diventa laboratorio sonoro ed emotivo.
Ma è sul palco che Gris Cenre mostra tutta la sua vitalità. Nei live, ogni brano si trasforma, reagisce all’ambiente e al pubblico, muta forma come una creatura viva. “È musica che esiste solo nel momento in cui accade” raccontano, e questo spiega bene la natura artigianale e viscerale del loro approccio. Ogni concerto è un viaggio, un po’ come guardare il mondo scorrere fuori dal finestrino da bambini, con occhi sognanti e orecchie aperte al mistero.
Il futuro di Lindal è già in movimento: un tour estivo in espansione, nuovi brani in lavorazione per un secondo album, e la collaborazione con Dunkelbunt pronta a generare nuove avventure sonore. Ma una cosa è certa: qualunque strada prenderanno, Chiara Cesano e Robi Avena continueranno a camminare su quella soglia, tra memoria e immaginazione, con il passo lieve di chi conosce bene la propria terra e il coraggio di chi sa ascoltare il futuro.
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